Il Duomo

Il Duomo di Piazza Armerina e' dedicato a Maria Santissima Delle Vittorie. Il Duomo, dominato dalla sua alta cupola visibile da tutta la citta', venne iniziato a costruire nel 1604 e terminato nel 1719 dall'architetto Orazio Torriani. Il campanile, alto 40 metri, in stile tardo gotico catalano, risale al XV secolo ed e' quello di una precedente chiesa, al posto della quale venne eretta l'attuale cattedrale. Il portale, del XVIII secolo, presenta elementi di stile barocco siciliano. L'interno della cattedrale e' dominato dalla cupola centrale. Esso contiene una croce dipinta su entrambi i lati, che mostra la crocifissione e la resurrezione di Cristo, e un battistero di Antonello Gagini. Vero tesoro della cattedrale e' l'altare maggiore, in argento con l'icona della Madonna di Maria Santissima Delle Vittorie.

Palazzo Trigona

E' appartenuto al casato nobile piu' importante e longevo di Piazza Armerina; i loro possedimenti erano sparsi per tutta la Sicilia.Dal 1500 fino alla prima meta' del 1800 la dinastia dei Trigona, infatti, e' cresciuta sempre di piu' conquistando nuovi possedimenti e raggiungendo un ruolo importante all'interno dell'aristocrazia dell'Isola. La maestosita' del Palazzo ne e' la testimonianza concreta, esso fu costruito sul lato est della piazza dove si erge il Duomo, anch'esso voluto e finanziato dai Trigona, nella parte sommitale che sovrasta tutto l'abitato di Piazza.I lavori iniziarono sul finire del XVII sec. e ultimati nella prima meta' del XVIII; Matteo Trigona, futuro vescovo di Siracusa, ed il fratello Ottavio iniziarono ad occuparsi fattivamente di tale opera attorno al 1690, quando intrapresero le operazioni d'acquisto delle case circostanti a quelle gia' di loro proprieta'; anche se le opere riguardanti le decorazioni continuarono a varie riprese, secondo il rinnovato gusto di coloro che lo abitarono, fino al 1920 circa.

Castello Aragonese

Rude castello la cui attuale costruzione risale alla fine del XIV sec. poiche', in quel tempo, re Martino ordino' la trasformazione in munita roccaforte di un antico "cenobio" dei conventuali francescani ai quali fu dato in cambio un preesistente castello normanno, non ritenuto piu' adatto alla difesa e del quale piu' nulla sopravvive. Tra le mura del nuovo edifizio rimase in funzione la chiesa dei padri francescani ove si celebra ancor oggi la messa per i detenuti. Nel 1396 re' Martino assegno' il castello a Giovanni Suriano, priore di S. Andrea.In seguito sotto re' Alfonso, (1416 circa), ne fu castellano Alfonso de Cardines i cui eredi ritenendosi "investiti in feudo della proprieta' del castello" lo presidiarono con le loro milizie e parte di esso adibirono a prigione. Sul 1812 infine, con l'abolizione delle "castellanie", il vecchio maniero passato al demanio fu completamente trasformato in carcere. Tra il tempo di re Alfonso e il 1812 nulla di esso ci viene tramandato e dobbiamo supporlo sempre di proprieta' dei Cardines poiche' nel 1876, con sentenza del tribunale, ne fu riconosciuta la proprieta' agli eredi di detta famiglia. Essi, riavutolo in possesso, lo affittarono al governo che continuo' ad adibirlo a carcere giudiziario. Massiccio nella sua larga e bassa struttura, con un contro muraglione che ne abbraccia la base e sul quale corre tutto un camminamento, il castello conobbe lo sfarzo della corte di re' Martino e della giovane regina Maria, che vi dimorarono a lungo ed in quel tempo di continue lotte "baronali" qui convocarono i ribelli caltagironesi ai quali diedero il loro augusto perdono. Anche in seguito spesso vi si diedero convegno esponenti della piu' alta nobilta' siciliana.

Pinacoteca comunale

Dopo l'Unita' d'Italia le leggi di soppressione delle corporazioni religiose e di liquidazione dell'asse ecclesiastico (1866) pongono a Piazza, tra gli altri, anche il problema dell'enorme patrimonio artistico custodito nei conventi e nelle chiese confiscate e, in parte, cedute al Comune. In particolare la chiesa di Sant'Agata annessa all'omonimo convento delle Benedettine, ottenuto a meta' del XVI secolo dalla trasformazione di alcune abitazioni private, era talmente ricca di pregevolissime opere d'arte che il sindaco Antonio Crescimanno, sulla base di una deliberazione della Commissione provinciale conservatrice dei monumenti e delle opere d'arte, nel 1885 fece approvare dal Consiglio comunale una delibera con la quale essa veniva destinata a pinacoteca e museo comunale. Restituita, dopo un lungo contenzioso al Vescovo, gran parte delle opere d'arte in essa contenute vennero trasferite in Cattedrale, ma la Pinacoteca comunale era ormai istituita. Occorrera' attendere il novembre 1898 perche' essa abbia assegnati dei locali ("due stanze al primo piano del palazzo Fundro'"), grazie alla volonta' del sindaco Francesco Camerata. Nel 2002, il progetto di riqualificazione urbana denominato I luoghi della cultura e finanziato dalla regione siciliana comprese la previsione di allestire la Pinacoteca comunale nell'ala nord dell'ex convento della Trinita',

anch'esso delle Benedettine, costruito a meta' del XV secolo e rimasto attivo fino al 1880 quando, trasferito al Comune, venne trasformato in scuola elementare maschile e scuola materna. I lavori, avviati nel 2002 sono stati conclusi nel 2011. La Pinacoteca contiene opere d'arte di proprieta' del Comune, tra cui alcune donate da cittadini benefattori proprio in occasione dell'allestimento, e opere di proprieta' di altri enti offerte in comodato d'uso al Comune per garantire una loro completa fruizione sociale.

Villa Romana del Casale, Morgantina,Caltagirone

La Villa Romana del Casale, dimora residenziale di epoca tardoantica, ha vissuto, fin dalla sua edificazione, un rapporto diretto e intenso con il paesaggio che la circonda, sensibile al variare delle condizioni climatiche, aspetto, questo, ben delineato anche in alcune iconografie musive, legate alla cultura classica, che attraversano particolari ambienti. Il tema della ciclicita' del tempo naturale, nei suoi legami con le produzioni agricole, viene affrontato mediante l'utilizzo di racconti mitologici, legati al tema delle metamorfosi, e a figure allegoriche, identificabili nelle "Stagioni". Entrambi riportano alla forza rigeneratrice della natura e alla sua azione di nascita e rinascita, cosi' intrinsecamente legate all'identita' territoriale dell'entroterra siciliano, attraverso il mito di Demetra e Kore.

Morgantina e' una antica citta' sicula e greca, sito archeologico nel territorio di Aidone, comune italiano della provincia di Enna in Sicilia. La citta' fu riportata alla luce nell'autunno del 1955 dalla missione archeologica dell'Universita' di Princeton (Stati Uniti). Gli scavi sinora compiuti consentono di seguire lo sviluppo dell'insediamento per un periodo di circa un millennio, dalla preistoria all'epoca romana. L'area piu' facilmente visitabile, recintata dalla Sovraintendenza, conserva resti dalla meta' del V alla fine del I secolo a.C., il periodo di massimo splendore della citta'.Da questo sito provengono importantissimi reperti archeologici come la Venere di Morgantina, attualmente custodita presso il museo archeologico di Aidone cui e' giunta il 17 marzo 2011 dopo il contenzioso fra Italia e Stati Uniti dove era esposta presso il Getty Museum a Malibu, e il Tesoro di Morgantina, anch'esso restituito.

Caltagirone (Cartaggiruni, Caltagiruni o Cattaggiruni in siciliano) e' un comune italiano di 38.799 abitanti della provincia di Catania in Sicilia. Situata nella Sicilia centrale, al centro del territorio Calatino, e' famosa per la produzione della ceramica, attivita' sviluppatasi nei secoli a partire dai tempi degli antichi Greci. Dopo un passato glorioso che la vide per oltre due millenni roccaforte privilegiata per bizantini, arabi, genovesi e normanni, che controllavano le due piane (quella di Catania e quella di Gela), oggi Caltagirone vive un periodo di rinnovato sviluppo, grazie principalmente a due grandi risorse: la tradizionale produzione della ceramica e il turismo.Ricca di chiese, pregevoli palazzi e ville settecentesche, per l'eccezionale valore del suo patrimonio monumentale il suo centro storico e' stato insignito del titolo di Patrimonio dell'Umanita' da parte dell'UNESCO nel 2002, insieme con la Val di Noto.